DIGRIGNATE I DENTI? ATTENZIONE AI POSSIBILI DANNI

Pubblicato il 28/05/2017

Una patologia che rischia di passare inosservata

Può non sembrare una patologia ma, in realtà, lo è a tutti gli effetti. Stiamo parlando del bruxismo o, più comunemente, della predisposizione a digrignare i denti sfregandoli tra loro. Il fenomeno può essere confinato al periodo di riposo notturno o, al contrario, essere esteso anche durante le ore diurne. In entrambi i casi, ma ovviamente con maggior intensità durante il sonno, chi ne è affetto non si rende conto di questa abitudine che, proprio per questa ragione non viene trattata per tempo e può quindi avere come conseguenza danni piuttosto gravi e invalidanti. I primi segnali di una condizione che inizia a essere compromessa sono piuttosto indefiniti e si manifestano spesso con una stanchezza insolita dei muscoli della faccia che, a volte, possono essere anche indolenziti. Tuttavia, raramente il soggetto che soffre di bruxismo mette in relazione la causa con i i sintomi del suo malessere, arrivando così nello studio odontoiatrico quando la patologia è già in fase avanzata.


Cause, danni e rimedi

L’abitudine di digrignare i denti può essere imputabile a malocclusioni dentali, a disagi psicologici quali ansia, stress o depressione ma, anche, a predisposizione familiare. Il paziente, contraendo i muscoli masticatori più volte va incontro a scheggiature dei denti con conseguente attacco batterico, ad alterazione degli elementi dentali, a usura dello smalto e della dentina. I danni a lungo termine sono ancora più pesanti e possono condurre, oltre che a una accentuata sensibilità dentale e gengivale durante il contatto con alimenti caldi e freddi, anche alla totale distruzione del dente minato da fratture profonde, a dolore durante l’apertura e la chiusura della bocca, a cefalea e, nei casi più gravi, a disarticolazione mascellare e mandibolare. Una visita periodica dal dentista, che rimane sempre un’ottima abitudine, permette di cogliere sul nascere il problema e di evitarne le conseguenze. Il rimedio per eccellenza rimane l’utilizzo, a seconda dei casi, di un bite morbido o rigido che consentirà di evitare i danni conseguenti al bruxismo.


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